Giudici di pace al Sud: un errore sopprimerne gli uffici

Desta perplessità ed anche preoccupazione, l’iniziativa portata avanti con lo schema di Decreto legislativo sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie che prevede, per la nostra regione, il taglio di ben 91 uffici del giudice di pace (su un totale in scala nazionale di 182), alcuni dei quali ubicati in grandi centri o nelle isole minori o, ancora, presso le comunità montane dell’entroterra.

Spiace constatare che, ancora una volta, si tenta di realizzare economie solo in danno delle collettività meritevoli di tutela e degli enti locali.
Alle prime infatti oggi viene richiesto di privarsi di un punto di riferimento certo per l’amministrazione della giustizia, al riparo e ben lontano dalle già oberatissime aule giudiziarie dei grandi centri.

Ai secondi viene offerta, ma a titolo oneroso, l’opportunità di richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace già esistenti all’interno dei territori di competenza, a patto che si facciano carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo, che dovrà essere messo a disposizione dagli enti medesimi.

I Comuni, le cui risorse sono sempre più insufficienti, non potranno far altro che accettare la chiusura degli uffici. Ed in Sicilia, a rischiare saranno gli uffici di:
Acireale, Adrano, Agira, Aidone, Alcamo, Ali’ Terme, Aragona, Augusta, Avola, Bagheria, Barrafranca, Belpasso, Biancavilla, Bivona, Bronte, Cammarata, Canicatti’, Carini, Castellammare Del Golfo, Casteltermini, Castelvetrano, Cattolica Eraclea, Cefalu’, Centuripe, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Corleone, Erice, Favara, Floridia, Francavilla Di Sicilia, Gangi, Giarre, Grammichele, Ispica, Lentini, Leonforte, Lercara Friddi, Licata, Linguaglossa, Lipari, Mascalucia, Mazara Del Vallo, Mazzarino, Menfi, Mezzojuso, Milazzo, Militello Val Di Catania, Mineo, Misilmeri, Monreale, Montemaggiore Belsito, Mussomeli, Naso, Niscemi, Noto, Novara Di Sicilia, Pachino, Palazzolo Acreide, Palma Di Montechiaro, Pantelleria, Partanna, Partinico, Paterno’, Piana Degli Albanesi, Piazza Armerina, Polizzi Generosa, Ramacca, Randazzo, Ravanusa, Regalbuto, Ribera, Riesi, Rometta, Salemi, Santa Caterina Villarmosa, Santa Teresa Di Riva, Sant’agata Di Militello, Sant’angelo Di Brolo, Santo Stefano Di Camastra, Scicli, Sommatino, Sortino, Taormina, Tortorici, Trecastagni, Troina, Valguarnera Caropepe, Villarosa, Vittoria, Vizzini.
Alcuni di questi centri sono, per grandezza, equivalenti ad un capoluogo di provincia del nord. Altri, continuano a pagare lo scotto di collegamenti inadeguati con la grande città. Altri ancora, insistono sulle isole minori.

Di fronte a questa ridefinizione della geografia giudiziaria, che non solo non tiene in debita considerazione i criteri esposti nella legge delega dello scorso mese di settembre, ma che penalizza per l’ennesima volta, il Sud, Alleanza per l’Italia scende in campo per chiedere al Ministero della Giustizia ed al Governo di rivedere la proposta di tagli ed accorpamenti avanzata col decreto. Lo stiamo già facendo a Roma ed in Calabria, grazie all’iniziativa del Senatore Franco Bruno e lo faremo in Sicilia, chiedendo con atti formali al Governo regionale di impegnarsi, affinché uffici importantissimi del giudice di pace della nostra regione non siano costretti a chiudere i battenti.
E’ un atto necessario e doveroso nei confronti dei tanti meridionali onesti che si affidano ogni giorno alla puntuale e vigile presenza dello Stato nel territorio.

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